Applausi dopo la proiezione del film di Clooney, che concorre per il Leone d’Oro
A Venezia, George Clooney non ha deluso le aspettative: né quelle dei fan, ai quali si è concesso con la proverbiale affabilità, né quelle degli spettatori che hanno assistito alla prima mondale di “Le idi di Marzo”, il film che ha aperto la 68° Mostra del Cinema.
Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Clooney, “Le idi di Marzo” conferma l’attore un cineasta a tutto tondo. Che stavolta si cimenta con un film scomodo che parla della perdita degli ideali di un giovane addetto alla comunicazione di un candidato democratico alla primarie USA.
È un film scomodo, che disturba e inquieta lo spettatore ponendolo di fronte a scelte in bilico tra idealismo e cinismo. Cosa siamo disposti a fare per raggiungere un obiettivo? Fino dove arriviamo a spingerci?
Il titolo cita la congiura contro Giulio Cesare, a sottolineare la vocazione universale di quest’opera, che «più che un film politico – spiega Clooney – è un film sulla questione morale in genere».
Con questa pellicola, la quarta da regista, Clooney concorre per il Leone d’Oro.
Durante l’incontro con la stampa, ha detto di voler fare film che pongano domande, piuttosto che fornire risposte.
E a proposito di risposte, massimo riserbo da parte dell’attore sulla sua recente rottura con Elisabetta Canalis.